Per una società più inclusiva, solidale e equa

BLOOM Onlus

CHI SIAMO

BLOOM Onlus è un’organizzazione senza fini di lucro che opera in Africa per sostenere le comunità emarginate nella promozione dei diritti umani. Lavorando all’interno delle prigioni e con le comunità più vulnerabili le accompagna per aiutarle a raggiungere le loro aspirazioni, indicando una forma di sviluppo sociale sostenibile tramite l’accesso alla cultura. Opera in particolare nel campo della musica, delle arti visive e della rappresentazione.

BLOOM promuove la cultura come efficace strumento di cambiamento, inclusione e innovazione sociale oltre che sviluppo sostenibile, e si adopera per costruire insieme ai soggetti più fragili una società più equa e inclusiva.

BLOOM opera in Camerun e in Burkina Faso, in primo luogo con una serie di progetti nelle carceri organizzando attività e laboratori creativi di musica, arti visive, rappresentazione e artigianato locale, rivolti a migliorare la vita dei detenuti e a favorirne la reintegrazione sociale. Oltre che nelle carceri, BLOOM organizza laboratori e attività artistiche con comunità emarginate, occupandosi di ragazzi di strada e di tossicodipendenti. 

BLOOM crede nel potere della cultura e della creatività come mezzi privilegiati nel favorire processi di cambiamento sociale e individuale in ambienti degradati e dimenticati dalle istituzioni. Organizza corsi di formazione e laboratori in diverse discipline musicali e artistiche: ingegneria del suono, scrittura musicale, video, produzione musicale, danza, pittura, gioielleria, cucito. 

COSA FACCIAMO

BLOOM ha costruito una piattaforma espositiva ad hoc per rendere visibile e promuovere il lavoro dei detenuti ed ex-detenuti che partecipano al progetto.  

BLOOM si dedica ad attività ricreative e di animazione culturale con l’organizzazione mensile di concerti e competizioni di danza e musica all’interno delle carceri, alle quali sono invitati i cittadini.

BLOOM riconosce il ruolo fondamentale dell’esperienza creativa come strumento di cambiamento, di conoscenza di sé, e di interazioni positive con l’intera comunità. Favorisce anche il dialogo con le famiglie di carcerati ed ex-carcerati, e quando possibile li sostiene economicamente all’inizio della loro vita fuori dal carcere.

IL CONTESTO

Il Camerun è il 153° su 189 paesi nella scala dell’Indice di Sviluppo Umano, con un’incidenza della povertà del 37,5% e una disoccupazione che in città come Douala raggiunge il 17%. Il Burkina Faso è 182° su 189 paesi nella scala dell’Indice di Sviluppo Umano, con un’incidenza della povertà del 40,0%. Entrambi i paesi stanno attraversando momenti di crisi interna: nel nord del Camerun si combatte da anni l’insorgenza di Boko Haram e dal 2016 la crisi anglofona ha dato luogo a una sanguinosa guerra civile. Il Burkina Faso vive una situazione di instabilità politica da decenni, con continui colpi di stato. Ad aggravarla esponenzialmente è stata l’estesa insorgenza jihadista dell’ultimo decennio che ha causato 1,5 milioni di morti e sfollati nel paese, e migliaia di orfani giovanissimi. 

Nelle carceri la situazione è estrema: il sovraffollamento è altissimo, c’è un’enorme quantità di imputati in attesa di giudizio (il 55,83%) e le condizioni igienico-sanitarie sono pessime, con conseguenti focolai di infezione e di re-infezioni. Fuori dal carcere la reintegrazione sociale di un ex-detenuto è resa inoltre molto difficile dalla forte stigmatizzazione dell’incarcerazione da parte sia della società che delle famiglie, che si sentono disonorate quando un loro membro è stato in prigione, e tendono ad allontanarlo. La situazione è ancora peggiore per le donne incarcerate.